lunedì 16 gennaio 2017

Modernitopoly: giocare tra crisi e modernità

"I giochi consentono alla mente di aprirsi verso molte possibili configurazioni, verso nuovi spazi e nuovi comportamenti che potrebbero attivare naturalmente il pensiero architettonico. [...] C'è una necessità storica di ripensare ai giochi. Naturalmente ci sono aspetti ambientali, sociali e anche costruttivi, in cui il pensiero ludico può essere rilevante, ma penso sia oltremodo fondamentale quello estetico. (E per estetica, naturalmente, non intendo lo stile, ma una forma di conoscenza denotativa e sintetica)" [1]

Da questa citazione, che si lega a molte temi di ricerca a me cari, sono partito per l'elaborazione di questa board grafica. Ho voluto rileggere l'intero percorso tracciato all'interno del libro "Architettura e modernità" come un gioco fatto di caselle, di pedine, scelte tra una selezione di opere per me importanti disseminate lungo la storia dell'architettura, e di salti da una posizione all'altra.
In questa chiave ho interpretato la struttura del libro come un campo da gioco dove sono concessi molteplici gradi di libertà, sempre però compatibili con le regole stabilite. Così come un gioco non può configurarsi senza delle regole ben definite, un libro non può esistere senza una valida struttura che lo sorregga. Se queste componenti vengono meno, infatti, non può esistere nè l'attività ludica, nè una proposizione creativa verso la ricerca; se sono presenti, al contrario, da esse si generano la magia del gioco e la libertà creativa del pensiero, e nascono libri in grado di permettere ad ognuno di noi di scrivere la propria personale storia.



Close-up








Note
[1] Saggio A., (2008) Perchè la rappresentazione del gioco è importante per l'Architettura?, in Abitare virtuale significa rappresentare, a cura di Unali M., Roma: Edizioni Kappa, 203-205.

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